Tra Metafisica e Surrealismo si può risolvere la dicotomia estetica di Morales, solido pittore di cui tecnica e virtuosismo risplendono in tele di raffinato lirismo. Tra la realtà che surroga le leggi del visibile per addentrarsi e testimoniare l’abisso in noi (il Surrealismo), e la realtà stessa che non si contiene nei limiti di ciò che vediamo ma li travalica approdando altrove (la Metafisica). L’ampiezza della veduta del nostro intelletto nelle opere di Morales è assai superiore all’ampiezza della veduta dei nostri occhi. Ad un primo sguardo la realtà dipinta ricorda quella che conosciamo dalla nostra esperienza, ma questa viene allontanata dal presente stretto e ricondotta ad un tempo sospeso. Ovunque il silenzio più assoluto, quel silenzio che ricorda lo spazio immenso della terra, del cielo e della mente umana. La ricerca di Morales narra di tempo, di memoria e di un presente che muta ogni giorno (…)
Le nuvole vengono intese come entità in divenire, capaci di trasformarsi e di ridisegnarsi a oltranza, così come le foreste e la natura con il loro eterno mutare. È il rapporto tra il cambiamento naturale e quello umano ad interessare la ricerca di Ernesto, e dentro questi territori interiori e psicologici, tutto è fluido, nulla è fermo ne permanente (…)Le nuvole mutevoli, surreali e metafisiche di Morales, allegorie di metodi meditativi consapevoli, suggeriscono, più che controllare il pensiero, di osservarlo dall’esterno. La natura per Morales rappresenta di per sé stessa un tempo, qualcosa che può mutare forma e trasformarsi in altro. Dunque la possibilità di evolvere, una luminosa prospettiva di cambiamento.
Le opere di Morales, antiche per tecnica ma non per anima, ed è qui un ulteriore valore, esaudiscono il desiderio dell’artista di ritornare a sentire la forza magnetica della natura, di fatto la sua primaria fonte d’ispirazione, tanto da inserirla all’interno degli stessi pigmenti.
Negli ultimi anni di ricerca e di lavoro molti sono stati gli approfondimenti che hanno generato luminosi cambiamenti nella ricerca di Ernesto Morales. È il caso di Big Cloud, inedita ed evolutiva serie di Cloud, in cui il familiare soggetto viene presentato ravvicinato, approfondito nei dettagli. L’enorme ingrandimento della nuvola ci conduce al suo interno. Non siamo sicuri delle proporzioni relative ad essa, la tela esclude qualsiasi riferimento spaziale e il senso delle dimensioni viene annullato. L’occhio così raccoglie le proprie impressioni mediante un procedimento analitico, focalizzandosi di volta in volta su una zona diversa in un tempo rallentato.
Calma contemplazione: solo questa permette di immergersi più nel profondo della dimensione sospesa e senza tempo che regalano, ancora una volta, le opere di Morales.
L’avanzamento negli ultimi anni di Ernesto si protrae oltre le nuvole: il Cosmo.
Osservando al di là delle nuvole, con lo sguardo rivolto sempre verso l’alto, ma questa volta con l’aiuto scientifico delle più precise fotografie scattate e concesse dalla Nasa, si sono generati sulle tele sconfinati universi. Guardare istantanee reali di mondi lontani è sicuramente emozionante; ricrearli e dipingerli è il metodo che Morales utilizza per analizzarli in ogni microscopica parte e per viverli attraverso il galattico rallentamento del tempo.
È un processo di introspezione.
Realizza miliardi di brillanti stelle utilizzando pennelli composti da un solo ed unico finissimo pelo. Ci offre così la possibilità di affacciarci sulle profondità infinite dello spazio che ci circonda.
Ernesto Morales come gli scienziati, utilizzando sì strumenti differenti ma con finalità non così poeticamente distanti, esplorano la reale meravigliosità spaziale e la rendono a noi accessibile. Le opere Cosmo propongono in versione dipinta una delle esperienze più sorprendenti da sperimentare con gli occhi e con la mente umana.